Il color design
Molte volte ci è capitato di guardare dei film che abbiamo trovato interessanti dal punto di vista del color design, probabilmente non abbiamo prestato abbastanza attenzione a quanti di essi seguano una regola chiamata volgarmente “la regola dei tre colori”.
Nell’immagine seguente è possibile vedere un ottimo esempio tratto dal film DRIVE.

La regola dei tre colori
Questa regola è apparentemente semplice. Si basa sulla individuazione e distribuzione di tre tinte in una determinata scena, in percentuali stabilite.
Circa il 60% dell’intera scena è caratterizzata da una tinta predominante, che potremmo definire colore primario.
Una seconda tinta, che potremmo definire colore secondario, è distribuita in circa il 30% della scena, mentre la rimanente parte, circa il 10%, viene definito colore di accento.
La regola dei tre colori viene spesso utilizzata per semplificare la narrazione. Inoltre l’utilizzo di un terzo colore come accento, aiuta ad isolare il soggetto principale e veicolare maggiormente l’attenzione su di esso, riducendo drasticamente qualsiasi distrazione nei confronti del background.
Per comprendere meglio come possa essere rappresentata una scena con la regola dei tre colori utilizziamo una fotografia realizzata da Francesca Faraci tratta da un suo reportage.

La palette colori
Questa fotografia ben si presta ad una attenta analisi e successiva ridefinizione del color design.
Si tratta di uno scatto estremamente interessante e, anche se non progettato per una scena cinematografica, ha tutti gli ingredienti per poterlo diventare.
Il primo step per poter ridefinire il color design di questa particolare scena, è la lettura dell’immagine attraverso la sua palette colori.
Analizziamola insieme.

L’analisi cromatica della fotografia, così come catturata da Francesca, ci restituisce una palette colori con tinte “calde” appartenenti ad uno schema armonico di tipo “analogo“, ovvero con tinte che sono distanziate tra loro in modo quasi regolare e piacevolmente distribuite e mescolate nella scena.
Analizziamo come queste tinte sono posizionate nella Color Wheeel.
La prima immagine, ce le mostra distribuite e posizionate ciascuna con il proprio valore di luminosità e saturazione, la seconda invece, ce le mostra normalizzando luminosità e saturazione al 100%.
In questo modo per noi è più semplice comprendere il loro posizionamento e la distanza relativa tra una tinta ed un’altra. La normalizzazione della luminosità e della saturazione inoltre, ci consente di comprendere quanto queste due caratteristiche influenzano direttamente la percezione delle tinte nella scena.


L’assessment dell’immagine
Prima di poter procedere nella ridefinizione del color design, occorre analizzare la fotografia nelle aree peculiari per poterle identificare e svilupparle al meglio, e stabilire quali e quanti sono i dettagli essenziali.
Una prima analisi viene quindi effettuata direttamente in camera raw, suddividendo letteralmente la fotografia in macro zone di intervento.

Una volta stabilite le macro aree di interesse, lo step immediatamente successivo è la determinazione di quale look adottare.
Per questa fotografia, abbiamo deciso di utilizzare il nostro profilo VISION3-500T, per l’emulazione della pellicola cinematografica prodotta da KODAK.

Grazie al precedente assessment dell’immagine, sappiamo ora in che direzione muoverci e come. Gli steps immediatamente successivi, quindi, riguarderanno inizialmente la determinazione di quanti e quali dettagli portare in evidenza e dove intervenire, in modo selettivo, per realizzare un efficace dodge&burn.
Ecco di seguito le diverse fasi di intervento con lo sviluppo selettivo delle aree peculiari.




Terminato lo sviluppo delle aree di interesse, l’attenzione finale è dedicata alla realizzazione di un dodge&burn finale sul viso e sui capelli del soggetto. Questo ci aiuta a veicolare meglio l’attenzione e rendere omogenea l’illuminazione su tutto il corpo, simulando un bank posto superiormente.
Osserviamo un dettaglio molto ingrandito che ci mostra il risultato del nostro dodge&burn confrontato con lo scatto di partenza.

Lo sviluppo finale della fotografia, con la realizzazione di un primo color design di tipo complementare è il seguente.

Non ci resta che terminare la modifica del design definendo il colore di accento finale. In questo modo saremo in grado di veicolare maggiormente la nostra attenzione sul soggetto. Il colore che scegliamo di adottare è un verde equidistanziato dalle altre due tinte complementari.
Osserviamo nel dettaglio il risultato finale.

Analizziamo, infine, come le tinte scelte per questo color design sono posizionate nella Color Wheeel analizzando la palette colori.
Come per il caso di partenza sopra analizzato, la prima immagine ce le mostra distribuite e posizionate ciascuna con il proprio valore di luminosità e saturazione. La seconda invece, normalizzando luminosità e saturazione al 100%, per meglio comprendere il loro posizionamento e la distanza tra una tinta ed un’altra.



” … Il colore è un importante strumento psicologico per la realizzazione di una immagine. Quando vogliamo veicolare creatività, emozioni possiamo utilizzare con efficacia determinati colori e creare, consapevolmente, determinati color designs … “
Il profilo dedicato KODAK VISION3-500T
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