Il bianco e nero Il linguaggio del bianco e nero da sempre accende dibattiti nel mondo della fotografia. Pensare in bianco e nero è un po come approcciarsi ad un linguaggio binario. E' un modo di ragionare molto particolare e talvolta estremamente personale che non sempre è possibile comprendere facilmente, una sorta di pensiero dicotomico, una filosofia, il giusto e l'errato, lo zero e l'uno.

Il bianco e nero

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Il bianco e nero

…un linguaggio binario..

Fotografie, editing e post produzione: Michele Abriola

Il bianco e nero

Il linguaggio del bianco e nero da sempre accende dibattiti nel mondo della fotografia. Pensare in bianco e nero è un po come approcciarsi ad un linguaggio binario. E’ un modo di ragionare molto particolare e talvolta estremamente personale che non sempre è possibile comprendere facilmente, una sorta di pensiero dicotomico, una filosofia, il giusto e l’errato, lo zero e l’uno.

Spesso è come una seduta dal nostro psicologo, affidiamo al bianco e nero i nostri pensieri più reconditi, le nostre passioni nascoste, le nostre ansie e le nostre paure, talvolta i nostri silenzi. Senza distrazione alcuna, solo sostanza, solo forme, solo ombre, luci, i volumi prendono forma e la tridimensionalità aumenta.

Approciarsi ad un buon bianco e nero significa in assoluto dar forma compiuta ad un pensiero pertanto l’approccio in “camera chiara” che accompagna il nostro sviluppo deve riuscire a concretizzare ciò che la nostra mente ha previsualizzato durante la fase di scatto, deve riuscire ad entrare in sintonia con quella parte essenziale e privata che nessuno può leggere tranne noi.

File raw da fotocamera

Raw da fotocamera

La post produzione in camera raw

Nell’era digitale lo sviluppo di una fotografia in bianco e nero può seguire strade diverse utilizzando approcci diversi, è possibile utilizzare un metodo che potremmo definire “camera raw centrico” oppure un metodo che potremmo invece definire “photoshop centrico”. Spesso i risultati migliori si ottengono sfruttando al massimo tutte le potenzialità che photoshop ci mette a disposizione, lo studio dei canali, la fusione parziale o totale di parte di essi per la creazione di nuovi, l’utilizzo del metodo calcoli o applica immagine unitamente ai metodi di fusione, l’utilizzo del canale L in LAB esportato in RGB e magari combinato col canale K del CMYK, il miscelatore canale piuttosto che il livello di regolazione bianco e nero, le strade sono davvero tante. Le differenze sono sostanziali, sono spesso fattori quali tempo, qualità finale, precisione che ci fanno propendere per l’uno piuttosto che l’altro.

Il mio approccio per il bianco e nero potrei definirlo misto, preferisco partire dallo sviluppo in camera raw potendo oggi realizzare, con una precisione leggermente inferiore, molte delle operazioni che normalmente effettuavo sempre in photoshop, di base però il criterio utilizzato per lo sviluppo di un bianco e nero parte da un percorso per gradi e per sezioni dell’intera immagine, un vecchio metodo che prende a piene mani da quello che era la stampa analogica di un negativo. Essenzialmente preferisco utilizzare il buon vecchio metodo dello scherma/brucia (dodge & burn) unitamente a tutte le possibili combinazioni degli strumenti, oggi davvero potenti, che camera raw ci mette a disposizione.

E’ cosi che dopo una semplice conversione del raw dal colore al bianco e nero inizia lo studio della fotografia con calma letteralmente pezzo per pezzo per poter dar forma alla visione già pienamente chiara in mente…

 

Conversione BN in camera raw

Conversione da colore a bianco e nero in camera raw

Il grado di precisione e di profondità nel sezionare l’immagine dipende anch’esso dai fattori precedentemente citati. E’ in atto una vera e propria “stituation appraisal” durante la quale tutti i fattori quali, texture, contrasto luce, ombre, nero, vengono analizzati e successivamente modificati localmente bruciando, schermando, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale. Nel mio flusso di lavoro per il bianco e nero non può prescindere l’utilizzo della simulazione della grana pellicola, preferisco utilizzare, sempre per motivi di tempo più che per precisione, lo strumento messo a disposizione da camera raw e preferisco utilizzarlo prima del passaggio finale in photoshop dove necessariamente effettuo un passaggio finale di contrasto locale e generale la cui quantità è spesso in funzione del tipo di carta sulla quale la fotografia verrà stampata. Preferisco utilizzare una sorta di mappa riepilogativa degli interventi da effettuare che qui riassumo per avere un processo che sia il più reversibile possibile, quello che oggi viene sviluppato in un modo domani potrà essere successivamente affinato o totalmente stravolto se qualcosa non è in linea con quanto la previsualizzazione aveva messo in luce durante lo scatto. Uno dei più grandi vantaggi del digitale da sfruttare oggi è la reversibilità e non distruttibili del processo.

Situation appraisal ed interventi locali dodge & burn

Situation appraisal
Local adjustments

Le regolazioni principali di base sulla fotografia sono quelle in elenco, l’obiettivo è quello di raggiungere un valore di L pari a circa 90 nelle alte luci e di 8 nelle aree più scure, valori che per una stampa su carta fineart baritata correttamente illuminata mi garantiscono una buona lettura dei dettagli ritenuti importanti ed una buona lettura dei passaggi tonali nelle aree che io ritengo essere di interesse.

…il linguaggio del bianco e nero spesso è come una seduta dal nostro psicologo, affidiamo al bianco e nero i nostri pensieri più reconditi…

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